8.

20 ottobre 2011 – Navigli, Milano











Mi manca il mare e so già che, tra un po’, mi mancherà anche quel mare. Seduta qui, ammaliata dallo scorrere delle acque sotto un sole inusuale di città, sento il mio pensiero trasportato dalla corrente senza resistenze e, nel lasciare fluire la mente lungo le sue increspature, ritrovo il mare… percepisco il suo movimento, e nella fluidità del fondale della memoria ripesco d’istinto i viottoli labirintici della città vecchia intagliati dal sole, il silenzio fatto di parole bisbigliate e spezzato da grida dal balcone, riconosco il rumore dell’onda nella notte, che accarezza la riva prima di cedere al sonno, le voci degli amici, la musica degli amici, il profumo del cibo, il sapore del sale, le luci della baia, il rincorrersi del faro, migliaia e migliaia di stelle, negli occhi, il senso del vento…
Anche se, in fondo, riconosco di essere cresciuta nomade, abituata a impacchettare la mia vita per trasferirla altrove, mi rendo conto di aver viaggiato tutto questo tempo, da sempre, sapendo che al mondo esisteva comunque un posto che era sempre lì, dove potevo andare e rifugiarmi, trovare energia e ritrovare me. Invece, da un po’, ho scoperto che questo luogo non mi appartiene più. Non è più meta, rifugio, senso di libertà, non è più solo mio. Al punto di questo cammino ho capito che la mia vita ha sciolto un nodo cruciale per assicurare i gradini di una scala, e che un castello costruito tra cielo e sabbia non resiste al vento. Adesso, i piedi che sfiorano l’acqua, so che dovrò imparare nuovamente a viaggiare, in cerca di un’altra isola che non c’è.

Nessun commento:

Posta un commento