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4 dicembre 2011 – casa, con Paolo Stella, Milano







Il suo è un abbraccio di quelli che abbracciano tutto, niente escluso, è l’abbraccio che soltanto le persone che ami sanno dare. E ricevere.
Da quando ci siamo trovati, questa è la prima volta che ci vediamo, e anche se sappiamo poco uno dell’altro, di sicuro conosciamo l’essenziale.
Lui a Roma.
Io a Milano.
Non mi sono mai chiesta quando ci saremmo incontrati, ma ero assolutamente certa che sarebbe accaduto, e per lo stesso motivo, so che accadrà ancora molte volte.
Ed eccoci qui, a casa mia, a Milano.
Parliamo del senso delle emozioni che stiamo vivendo, e del significato di quello che ci è capitato.
Io ho perso una persona che amavo perché un giorno si è svegliata e se n’è andata dalla mia vita.
Lui ha perso una persona che amava perché una notte si è addormentata e non si è più svegliata nella vita.
Parliamo dei sogni, e del fatto che da un po’ non sogniamo più, o almeno non ce ne ricordiamo. Gli racconto che, in realtà, qualche giorno fa ho sognato che qualcuno mi porgeva un vaso con una piantina e che era lo stesso vaso e la medesima piantina che vedo lì, sul bordo finestra del terrazzo. Lui la guarda.
E’ un piccolo carrubo, nato da un seme piantato non ricordo esattamente quando, forse prima dell’estate. Non riesco a memorizzare il momento esatto, però so perfettamente da dove arriva quel seme… ci sono alberi bellissimi a casa di T., a Vieste.
Questa piantina è l’unica sopravvissuta all’accanimento di chi cerca di cancellare ogni traccia della presenza di un’altra persona. Perché così fa meno male.
Paolo Stella mi guarda e dice “lui è ancora qui”.
Lo so.
Mi chiede perché se n’è andato.
Non lo so.
Forse si sentiva in difetto, rispetto a quelle che sono le esperienze della mia vita. Forse non mi ha mai amata.
Davvero non so.
Mi chiede perché l’ho amato.
Perché era puro.
Ed è esattamente questo che, ancora, voglio amare in una persona.
Non m’interessa altro.
Parliamo della morte e soprattutto della vita, e del perché siamo qui.
Ridiamo.
Voglio fermare questo momento, per lasciare libera la mente, per questo incontro in attesa da tempo, da sempre, per quest’altro passo da fare insieme, che unisce i nostri pensieri nell’unica consapevolezza possibile, che è la scelta di condividere e difendere la medesima pace. In questo momento, i piedi illuminati da una luce che ci appartiene, siamo due anime in vita che condividono gli stessi passi. Ed è una sensazione fantastica.


2 commenti:

  1. Seduti lì a chiacchierare, 4 amici in un locale a Dosson di Casier così lontano da Milano… un locale che ti avvolge per l’atmosfera di un Borgo Antico… e mentre parliamo sappiamo ancora ridere delle cose belle della vita.
    Arianna la conosco da poco, eppure è una di quelle persone che ti entra dentro perché le persone che sono in grado di farti sentire le emozioni con le parole, con un gesto, con lo sguardo, con un sorriso non le puoi non ascoltare e osservare…lei è così!
    Ci parla,,, e ad un tratto come se fosse la cosa più naturale parla di lui e lo descrive con un’intensità d’animo che mi emoziona, una persona sconosciuta che è stata in grado di regalarle momenti di pace interiore, la stessa pace che ieri sera ha avvolto me mentre cara Arianna ti ascoltavo parlare di lui.
    Un abbraccio.
    Sabri

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  2. Sabri...di una cosa puoi essere assolutamente certa: sono io che ringrazio te!

    A presto, molto presto.

    Intanto un abbraccio,
    Arianna

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