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22 ottobre 2011 – Kebab, Milano









Sono qui, la notte fuori dal vetro e, a fianco, uno dei migliori amici che ho, all’interno di un kebab con le tovaglie giallo lurido, bianco sporco alle pareti e bianca sporca la luce che intrattiene l’attesa che riscaldino crocchette di ceci e una specie di polpettone di verdure che non ho ben capito, servite sopra la stessa sporcizia che accumula indifferenza per questa mezz’ora da passare qui, prima che ci facciano entrare, qualche centinaio di passi più in là, a una festa in piscina.
Per un momento, ci guardiamo intorno e torniamo a guardarci senza dire niente, perché davvero non importa il posto, basta soltanto esserci e ridere e parlare.
Ecco, io e lui riusciamo a ridere di molte cose, anche di quelle che dovrebbero far piangere, come i propri difetti. Per questo, so perfettamente che l’essere diventata cosciente di molti dei miei limiti caratteriali, quelli che nemmeno si sospettano fino a quando qualcuno non è disposto a dircelo, lo devo in buona parte a lui, e già per questo lo apprezzo.
Ma so anche che da questo amico ho imparato qualcosa di molto più prezioso, come la semplicità degli uomini, la cruda verità, la versione in diretta di quello che il sesso maschile pensa riguardo a una donna. Per quanto possa sembrare squallido a qualcuno, anche solo per il fatto che è detto da una donna, mi ritengo fortunata a conoscere un lato dell’uomo così prevedibile. Tanto da non avere dubbi che, nel caso si tratti della sua, di donna, allora l’esito diventa addirittura scontato.
Alcuni lati dell’uomo non solo ho finito per comprenderli, li condivido per carattere.
Infine, io e lui siamo legati da un’energia che ci rende profondamente complici, che è il rifiuto ad accontentarsi.
Ferma qui, in attesa di uscire da questo locale, sono felice che questo tempo appartenga a noi due, perché oltre a prendere in giro la vita, sappiamo anche rispettarci nei nostri limiti.
Ci guardiamo ridendo: so perfettamente che gli fa schifo come mi sono vestita e so anche cosa pensa di me: “sotto il costume; un bel sedere, sotto la vita; le palle di un uomo”.

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