82. 30 settembre 2013 – casa n.2, Bologna.






Esiste davvero qualcuno che può capire quello che sento?
E se esiste, dov’è?
E’ qualcuno che conosco già, che devo ancora conoscere oppure che non incontrerò mai?
È uno?
Più di uno?
Esiste davvero qualcuno che può capire questa fatica?
La stanchezza, nel rendermi conto che più mi sembra di sforzarmi nel capire gli altri, più mi arrendo, perché gli altri li capisco sempre meno e il loro scontento su tutto mi toglie energia, e lentamente, mi contagia.

Esiste davvero qualcuno che può capire cosa significa essere consapevole che il pensiero ha il potere di creare la realtà che sperimentiamo e nonostante tutto non riesce a distogliere la mente dalle sue paure?
Esiste qualcuno consapevole che otteniamo esattamente ciò che diamo e che per questo sceglie la gentilezza?
Esiste qualcuno che ha ancora voglia di comunicare, anche solo per mandarti al rogo, invece di chissenefrega?
Che ti perdona, perché magari un giorno vorrà essere perdonato?
Esiste?
E se esiste, dov’è?
Dov’è mentre vivo in apnea in un mondo che sembra unicamente volersi crogiolare nelle proprie insoddisfazioni?
Esiste qualcuno che si chiede quali sono i propri errori se è capace di riconoscerne così tanti negli altri?
Che ha ancora voglia di sorridere, perché stare vicini è già abbastanza?
Che ogni tanto dice grazie?
Esiste qualcuno così astuto da capire che non sempre ce la posso fare da sola?
Che fa un passo, solo perché io ho paura di muovermi?