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22 ottobre 2011 – via S. Vito, Milano







Nella sospensione di questo momento, i piedi distratti dall’aspettare che il tempo passi, divento complice dell’idea che questo percorso è differente dal semplice concetto di dedicarsi del tempo. E’ un lavoro faticoso, è uno scavare là dove a volte è solo roccia. Ma è anche una fonte inesauribile di conoscenza che mi riempie di sé e alla quale sento di non voler più rinunciare.
Quello che sto facendo, ogni volta che un pensiero passante diventa certezza inamovibile, e ogni volta che mi fermo per dare attenzione a quell’esatto pensiero, è riconoscere che è proprio nel momento in cui ci confrontiamo con i nostri limiti che abbiamo la possibilità di crescere. Non esiste altra via. Arrivata a questo punto, i piedi distratti dall’aspettare che il tempo passi, divento complice dell’idea che questo percorso sia diventato addirittura necessario, per educare la mente a riconoscere le emozioni, quelle che ci parlano chiaro e a volte preferiamo oscurare, fino a sentire che voglio poter scegliere un futuro diverso da quello che è sempre stato.

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