15.

27 ottobre 2011 – doccia, Milano











A questo punto, smetto di chiedermi chi voglio essere.
Dopo anni di domande, finisco semplicemente per ammettere che vivo sul confine di due identità distinte, in completa antitesi tra loro. Non a caso, dentro di me porto da tempo la consapevolezza di non voler rinunciare a nessuna delle due.
In questo momento, i piedi nudi nell’acqua, prendo coscienza di essere un’autentica snob, sia per ciò che riguarda il rigetto nell’assistere al lasciarsi vivere della gente, sia nel sentirmi superiore a loro, avendo capito che la mia qualità della vita corrisponde ad una vita molto più semplice di quella che posso avere. Questo cerchio che si chiude, qui, in questo momento, mi fa scoprire che esiste perfino una certa emozione nel riuscire a gestire una quotidianità frenetica come quella che mi sono creata, che mi permette di scegliere tra le opportunità che solo la grande città sa dare. E lo è, emozionante intendo, se a un certo punto mi è concessa l’altra parte di vita, quella dove posso rallentare il pensiero per seguire il moto ondoso delle idee, dell’idea di avere già tutto, il senso del tempo, il senso del vento… fino a sentire che ti sta scavando dentro la testa e desiderare di tornare, per riempirti quel vuoto con tutto il resto.
Da questo momento, i piedi nudi nell’acqua, accetto l’idea di aver chiuso un cerchio e di essere così la somma delle due cose, non una di meno, perché so che il mio carattere mi ha insegnato ad accettare la partenza, se voglio continuare a desiderare il ritorno.

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