77.

7 aprile 2012 – casa, Milano.









In questo momento, mentre compongo distrattamente ai miei piedi le immagini di questo percorso e, senza preavviso, nell’aria si diffondono le note di questa canzone come fossero un presagio, così, come qualcosa che non so spiegare a parole eppure sento con assoluta chiarezza, faccio un passo.
Il 77.
D’istinto guardo l’orologio, poi sorrido.  
E’ da poco passata la mezzanotte.
Ciò significa che oggi è il 7 aprile.
E per quanto possa sembrare insensato a qualcuno, in questo momento sono consapevole che questo passo, il 77, chiude il cerchio di questo cammino con una sensazione prevista.
Non scriverò più, di passi.
Perché per me il senso di questo percorso si è esaurito.
Da adesso in poi, scelgo soltanto di lasciarmi vivere. A modo mio.
Certo, per qualcuno sarà forse un caso, ma non per me, perché niente lo è.
Oggi è il 7 aprile e sono passati 7 mesi dal quel 7 settembre in cui ho sentito il mio cuore spezzarsi e ho iniziato questo percorso.
Un percorso iniziato nel dolore. Un dolore che ricordo bene, perché posso riconoscerlo in alcune immagini che sono adesso ai miei piedi.
Come chi prova un’emozione fortissima riguardando le foto di un viaggio passato, in questo momento io posso rivivere con precisione vivida ogni singolo pensiero che ha scandito i passi di questo percorso all’interno della mia mente. Come per magia, mi basta uno sguardo per riconoscere ogni singola emozione che si è accompagnata a ognuna di queste immagini. Ricordo perfino le canzoni che hanno inciso e amplificato quel momento particolare.
Perché è questo ciò che vedo, in queste “foto di piedi” ai miei piedi, a prescindere dal luogo che ha fatto da sfondo alla mia vita in quel preciso momento.
Perciò, in alcune di esse, mi è facile riconoscere un dolore immenso e, poco più in là, il vuoto e la paura. Spostando lo sguardo rivedo la prepotenza di certe domande alle quali non sapevo ancora rispondere, e l’insinuarsi di un dubbio che sembrava svuotarmi l’anima.
Poi, riconosco quello stesso dolore divenire passo dopo passo più sopportabile e, lentamente, lasciare spazio all’amore delle persone che incontravo lungo la strada. Come fosse un caso.
Rivedo l’emozione inebriante di scoprire che più facevo un passo nella ricerca del bene in me, più diventava facile riconoscerlo negli altri. L’emozione di capire che i nostri pensieri creano l’energia che condividiamo nello spazio tra noi e non esiste emozione più intensa di due energie che condividono il bene reciproco (+). Rivedo il momento esatto in cui ho capito che ogni incontro, ogni persona che capita sulla nostra strada, ha un significato ed è un’occasione per imparare, alla quale è affascinante prestare attenzione.     
Tra queste immagini, rivedo i passi degli amici di sempre, il loro dedicarsi a me per seguire il filo di un pensiero che abbiamo seminato tanto tempo fa e adesso è un albero bellissimo che attira, con il profumo dei suoi fiori, farfalle screziate d’un bianco candido. Non li ringrazierò mai abbastanza, perché mi hanno dato il coraggio di guardarmi dentro facendomi da specchio.  
In altre immagini, riconosco il passo di perfetti sconosciuti, tanti, che sono entrati nella mia vita ancora una volta per puro caso, con una stretta di mano o una parola, e che ora mi stringono in un abbraccio così profondo che posso sentire battere il loro cuore con il mio. Queste persone mi ricordano in ogni momento che il bene è una scelta meravigliosa.
Poi, in altre immagini rivedo il potenziale di un uomo che per un momento ha fatto battere il mio cuore, dandomi l’occasione di scoprire che niente è per caso. Nel guardare i passi fatti con lui, mi piace pensare di avergli dato sufficiente amore per ricompensarlo di ciò che lui ha dato a me: la consapevolezza che un potenziale non è abbastanza per rendermi felice.   
In uno sguardo d’insieme, mi rendo conto che sono tanti, tantissimi, i pensieri che hanno lasciato impronte su questo cammino.
Lungo questa strada ho appoggiato i piedi su tante strade, camminato in casa, sotto casa, in città conosciute e terre straniere, scoperto nuova musica, nuovi sapori, annusato profumi antichi e nuove consapevolezze, visto soli e stelle e lune a barchetta, smosso l’aria, regalato pensieri al vento, inebriata dal vino, dalla vita, guidato a tutto volume, ballato, cantato a squarciagola, pedalato in bici perdendo il fiato, pianto, riso fino alle lacrime, emozionata davanti a un tramonto fatto di sabbia e vulcani, di onde, persa nella mente e ritrovata nel battito del mio cuore, visto gli amici partire riabbracciandoli un passo dopo, incrociato qualche persona di passaggio, lasciato qualcuno cambiare strada, trovato amore nell’amore degli amici di sempre e incontrato tante persone che hanno trasformato la mia vita in un viaggio pieno di magia.
Per tutto questo, nell’immagine reale di quest’ultimo passo, trovo la consapevolezza che non tornerei mai indietro.

E così, si chiude il cerchio di questo percorso mentre, con il cuore aperto, vado incontro a quello che è il primo giorno del resto della mia vita.
Buon viaggio.
+