19.

1 novembre 2011 - via Torino, Milano.








Qual è la vera distanza?
Il luogo o il tempo?
Ferma qui, i piedi sull’asfalto di una città che mi appartiene di passaggio, sento che, nonostante tutto, lui è ancora qui. Immobile sul lato di una strada che percorro ormai da sola, lontana anni luce da tutto ciò che ero prima, e lontana kilometri dalla realtà delle nostre vite, sento la sua assenza al pari di una presenza.
E senza la prontezza di reagire per attraversare velocemente oltre, mi concedo a quel vuoto come al vento di un vortice, centrifugata al centro di tutto quello che non riesco più a gestire in questo momento. So che non è stato un caso. So che ho chiesto a lui molto meno di ciò che avrei chiesto a un’altra persona e so anche che questo percorso era vitale, oltre che necessario, per arrivare a scegliere, e non solo seguire, la mia strada.
Questo l’ho capito.
Ma ciò non cambia il fatto che lui non se n’è ancora andato, è presente, è qui in questo momento e in ogni mio passo, ovunque io scelga di andare.
E invece di dimenticarlo, mi ricorda implacabile quanto ancora mi mancano tutti i dettagli che fanno di una persona, quella persona particolare. Quella stessa persona che nei mille discorsi fatti, non ha mai avuto il coraggio di parlare con me e dirmi davvero perché, se ne stava andando per sempre.
Perché è questo, il vero dolore.
Ferma qui, i piedi sulle rotaie del tram, un attimo prima di decidermi ad attraversare, penso che nonostante il luogo, la vera distanza la possa dare soltanto il tempo.



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