49.

22 dicembre 2011 – Orio al Serio, Bergamo - con T.R. 










In questo momento, i piedi che sfiorano terra prima di innalzarmi in volo, sento uno strano senso di mancanza per quest’uomo che vaga intorno alla mia vita con lo smarrimento di un bambino, di chi sembra aver corso per troppo tempo e adesso si ritrova davanti ai miei passi senza fiato.
In questo momento, in cui ogni emozione percepita passa dal cuore al pensiero senza pudore, devo ammettere che quest’uomo mi lascia senza parole.
E davanti a tutto questo, mi riscopro sorpresa.
Sorpresa e disarmata.
Non conosco difese davanti a quella sua supponenza nel rispondere, per evitare di chiedere, così come non ho resistenze davanti al suo modo di farmi ridere raccontandomi la tragedia della vita, alla familiarità della sua presenza e alla dolcezza che accompagna il suo insegnarmi cose che non so.
In mezzo a tutto questo, ogni tanto lo guardo, lo osservo mentre si affanna nel prendere le distanze da un pensiero, e ogni volta mi commuovo per quella sua capacità un po’ addomesticata nel tenere assopita la voglia di ammettere che non è necessario arrivare allo stremo per sentire il proprio cuore battere.
E mentre ogni suo silenzio sembra fagocitare la contemplazione di una delusione ad alta voce, mentre nello stesso affanno rimane senza fiato, sento che la sua capacità d’amare ha dato respiro al mio cuore.
In questo momento, i piedi che sfiorano terra prima di innalzarmi in volo, vorrei solo potergli dire che lui è qui con me e che è facile sentire il proprio cuore.
Basta smettere di correre.
E fare un passo.
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