5.

9 ottobre 2011 – Barcolana, Trieste












Da qui, guardo il mare di Trieste e le vele della Barcolana sfilare sotto vento.
D’istinto penso al mare e al vento, e a quanto continuano a fare parte della mia vita, comunque sia.
Da questa roccia in faccia al mare, in equilibrio nel vento, penso che una persona non scappi per confusione. Per confusione si può allontanare, ma se prima di dormire dice di essere felice e il mattino dopo se ne va, rivoluzionando tutta la sua vita, e la tua, significa che dentro di sé aveva ben chiaro che cosa la confondeva. Ovvero io.
In bilico tra vento e mare, capisco che sono io il motivo della sua fuga, e voglio sapere perché.
Voglio fermare i miei passi ad ogni nuovo pensiero che, sfiorandomi la mente, insinui in me una spiegazione per ciò che sto vivendo, perché so che non potrò mai scrollarmi di dosso questa paura di andare avanti se prima non avrò capito cosa ho fatto a me stessa.



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