17.

27 ottobre 2011 – via Olmetto, Milano









Fermo il passo e ascolto i miei pensieri cambiare direzione a grande velocità…
E’ disarmante come, alle volte, certe situazioni appaiano così sfaccettate e contorte da comprendere, da costringere la mente a scomporre ogni più insignificante dettaglio in cerca di un senso. Ovviamente, un senso che possa rendere degno un sentimento da difendere a tutti i costi.
Poi, in un attimo, le stesse situazioni, parole, sguardi analizzati allo stremo si girano, si avvitano e si rivelano quasi banali nella loro evidenza di senso. Ovviamente, un senso che non ha assolutamente niente a che fare con tutto ciò che si è pensato prima.
Rimane una persona eccezionale, questo lo so. E fino a un momento fa, ero convinta che quello che avevo perso era il massimo che potessi desiderare dalla vita e dall’amore.
Ora so che mi sbagliavo. Ferma qui, al centro di questo primo freddo, ho capito qualcosa che non mi aspettavo.
E’ stato un anno fantastico. Nello stesso tempo, non posso negare che è stato fantastico anche perché mi ero convinta che quello che avevo era il massimo, continuando a rinnegare il fatto che il massimo che potevo desiderare era comunque limitato. Di conseguenza, so anche che ho chiesto a lui molto meno di quello che avrei mai chiesto a una persona con più vita sulle spalle.
E infine, per la distanza incolmabile che ci separa, ho la certezza che, prima o poi, sarebbe arrivato il momento i cui avrei iniziato a scalpitare e a imporre le mie antiche e puntuali ribellioni.
Quello che lui non sa, è che adesso so anch’io che sarebbe finita comunque.
Semplicemente, i piedi pronti a muovere il passo, penso che lui l’abbia capito prima di me.



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