75.

10 marzo 2012 – Lungo i Navigli, Milano.









In questo momento, la bici che frena in velocità e i miei piedi che si piantano a terra, in mezzo alla strada, sopra all’immagine di due sagome in statico movimento, una che segue l’altra in corsa, immobilizzo un pensiero.

Non è vero che è inutile spiegare.

Vale sempre la pena fare un tentativo.
Perché se penso a questi ultimi mesi, da quando ho iniziato a fare questi passi, non posso negare che sono tante le persone che sono entrate a fare parte della mia vita, apparentemente per caso, ma comunque in modo determinante nel presente.
Ne fanno parte persone che magari mi hanno scritto per condividere un pensiero, di loro spontanea volontà, perfetti sconosciuti che in seguito sono diventati volto, abbraccio, odore, presenza concreta e fonte inesauribile di energia e amore.
Altre persone sono entrate a farne parte perché mi sono lasciata guidare dal caso. Un colore, un numero, un segno che ha attirato la mia attenzione per motivi razionalmente inesistenti, ma che s’intingeva di senso nell’animo, portandomi a prestare più attenzione e quindi sui passi di persone fantastiche, piene di vita e di coraggio.
Attraverso di loro ho avuto l’opportunità di entrare in contatto con pensieri e atteggiamenti che mi hanno insegnato che tenere il cuore aperto è l’unico modo per condividere il bene con gli altri.
Queste persone mi hanno fatto scoprire altri mondi, fatti di luoghi, di sapori, di atmosfere, di intense emozioni e di altre persone incredibili.
Vorrei ringraziarli tutti, perché riempiono la mia vita di magia in ogni momento e condividere i miei pensieri con loro è un privilegio che cerco di non dare mai per scontato.
Poi, c’è qualcuno che ci è entrato in un dato momento e ancora ne fa parte semplicemente perché mi è sembrato di riconoscere un potenziale che mi ha convinta a spingere oltre lo sguardo, oltre ciò che potevo soltanto vedere, ma che ancora rimane lì, presunto potenziale, in bilico tra il desiderio di crederci e una sensazione che a poco a poco si sta spegnendo, nell’assoluta convinzione che, comunque sia, niente è per caso.
E poi ci sono gli amici, quelli di sempre.
Loro rimangono la mia più grande conferma.
Durante questi ultimi mesi li ho visti cambiare profondamente, guardare alla vita con una prospettiva diversa.
Sono loro che mi tendono una mano quando vacillo, ricordandomi ad ogni passo che siamo tutti uguali, con le stesse paure e desideri e l’unica cosa che ci distingue gli uni dagli altri è l’intenzione.
L’intenzione di comunicare e condividere le nostre emozioni, con il cuore in mano. Perché solo in questo modo è possibile comprendere un altro essere umano nel profondo.
Non esiste altra via.
Altrimenti non faremo altro che continuare a incolpare gli altri per tutto ciò che ci capita, senza avere il coraggio di guardarci dentro e capire perché, ci sentiamo così feriti.
In questo momento, la bici che frena in velocità e i miei piedi che si piantano a terra, in mezzo alla strada, sopra all’immagine di due sagome in statico movimento, una che segue l’altra in corsa, comprendo che non è vero che è inutile spiegare, perché esiste sempre una possibilità che la via del dubbio ci porti su una nuova strada, dove possiamo imparare a condividere l'unico desiderio che ci rende tutti uguali: l'amore per se stessi e per gli altri.
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