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5 marzo 2012 – Insana Academy - via San Marco, Milano – con Eddy Cattaneo.










In questo momento, i piedi sulla visione del mondo, penso che sono felice di essere viva, e di avere la possibilità di sentire tutte le emozioni di questo momento incredibile.
Per chi ci crede, posso dire che mi trovo qui per puro caso.
Ho conosciuto Paolo Spada, l’organizzatore di questa serata nonché presidente di Insana Academy, su Facebook, più o meno una settimana fa. Gli ho mandato la richiesta d’amicizia perché, come ultimamente e spesso accade, mi piace lasciarmi guidare da quei segni che colpiscono la mia attenzione, a volte in modo del tutto, e apparentemente, insensato. Nel suo caso è stata la sua immagine del profilo: la foto di lui ripreso di spalle, affacciato a una finestra che, guardando bene, è in realtà la cornice di un varco aperto di una casa in rovina. Tra le altre foto ho trovato una “foto di piedi” e un primo piano che mi ha ricordato in modo disarmante il volto di una persona che non vedo da, più o meno, 10 anni, anche se ancora ci scriviamo, a distanza: Cagio (ma questa è un’altra storia).
Sta di fatto che il giorno stesso in cui Paolo Spada ha accettato la mia richiesta d’amicizia, ho notato che nella sede di Insana Academy era previsto un incontro dal tema “Il giro del mondo via terra vs il giro del mondo via twitter e facebook”, dove sarebbe stato presentato il libro “Mondo via terra” di Eddy Cattaneo, personaggio a me sconosciuto, fino a questo momento.
Mi sono iscritta all’istante.
Ed eccomi qui. Appena preso posto nella sala intima di questo luogo d'incontri, costellata da una quarantina di sedie rosse e molte persone, ho riconosciuto il volto di Paolo Spada. Ci siamo guardati un attimo e in un unico gesto ci siamo salutati, e mentre mi alzavo allungando la mano per presentarmi lui mi ha abbracciata, baciandomi poi sulla fronte.
Con addosso questo gesto traboccante di gentilezza mi sono riseduta per ascoltare il racconto dell’autore del libro.
Non mi stupisce certo che Eddy Cattaneo non avesse previsto affatto di scriverlo, il libro è stata una conseguenza, del caso. Ciò che aveva pensato era semplicemente di partire per un viaggio, tracciare una linea sul mondo e seguirla, senza mai staccare i suoi piedi da terra. Niente aerei, ma solo piedi, occhi, cuore e un unico paio di scarpe comode, testimonianza di un percorso che adesso sa di aver compiuto. E’ partito da casa, a Bergamo, ed è lì che ha fatto ritorno, 108.000 km e 467 giorni dopo.
E mentre ascoltavo le sue parole, mentre la sua mano univa le linee di quel viaggio sulla mappa del mondo, non potevo far altro che pensare che quell’uomo aveva attraversato il mondo per scoprire ciò che aveva dentro di sé, mentre io sto camminando dentro di me per scoprire il mondo.
Quasi buffo pensare che, al suo ritorno, è stato chiamato a partecipare a una trasmissione televisiva e in quell’occasione ha rincontrato la sua compagna di banco delle medie, nonché sua attuale compagna di vita.
In questo momento, i piedi sulla visione del mondo, penso che non è un caso se mi trovo qui, perché niente lo è.
Per sfidare il destino ho volutamente evitato di leggere la dedica scritta sul suo libro fino a questo momento.
Lo faccio ora.
“Ad Arianna, sperando di farti viaggiare anche da ferma. Buona strada.”
Grazie.
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