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11 gennaio 2012 - casa, Milano – con Paolo Stella, Serse, Jack, Ludovica, Andrea e T.R.





In questo momento, mentre fermo il passo in questa stella di piedi a 7 punte, capisco davvero quanto sia determinante l’essere consapevoli che un incontro ha il potere di cambiare radicalmente la nostra vita, e così il nostro sentire.
E’ una questione di opportunità, che non ha nulla a che vedere con il caso.
La psicologia sostiene che quando incontriamo qualcuno per la prima volta, la nostra opinione a riguardo si forma nei primi 7 secondi.
Effettivamente, ho sempre provato un certo fascino per la prima impressione, quei 7 secondi assoluti che sembrano determinare il nostro atteggiamento futuro verso un’altra persona, ma adesso, ora che questi perfetti sconosciuti sono diventati parte integrante del mio sentire, ho l’assoluta certezza che quei 7 secondi ci offrono un’occasione unica per cambiare tutto il nostro essere.
Mi sembra incredibile anche solo pensare che appena quattro mesi fa non ero in grado di percepirlo.
Così, non posso fare a meno di provare emozione ogni volta che vedo Paolo Stella muoversi in questa casa come se la conoscesse da sempre. Penso allo spazio tra noi, ogni volta che implode con tutto il nostro sentire, al nostro starcene sul divano cercando di dare senso a un pensiero, alle lacrime che non vogliamo più trattenere, ma che riusciamo ad asciugare con un sorriso.
Grazie a lui ho imparato che Roma, Milano o qualsiasi altra parte del mondo non fa differenza, perché esiste comunque uno spazio dove i nostri pensieri s’incontrano, sempre.
E mentre me ne sto in piedi a osservarlo in mezzo agli altri, mentre la sua capacità d’amare non smette un attimo di commuovermi, sento cingermi in un abbraccio che racchiude tutto: Jack.
Con lui, in passato ne ho avuti un’infinità, di 7 secondi.
Tempi brevi, una stretta di mano e via.
Sembra assurdo, ma eravamo così fagocitati e resi distratti dai nostri rispettivi ruoli, che abbiamo ignorato tutto questo, per anni.
Poi, per quelle opportunità della vita che qualcuno chiama caso, abbiamo scelto di guardare oltre e ci siamo incontrati davvero, per la prima volta.
Da allora, ogni volta che mi abbraccia, ogni volta che lo ascolto, ogni volta che mi scrive “+”, è come se mi offrisse la possibilità di attingere da una fonte di amore infinita, che mi sembra di non riuscire mai a ricambiare abbastanza.
Il suo entusiasmo nel proteggere un sentimento riempie di magia ogni istante, nell’assoluta certezza che lui è presente, c’è, sempre.
Ma più di tutti, mi commuove Ludovica.
Anche con lei, negli anni, abbiamo condiviso innumerevoli 7 secondi di assoluta indifferenza.
Questa donna che è arrivata qui a piccoli passi, guardandosi alle spalle, che spesso si limita a osservare senza intervenire e che stasera mi ha dato un abbraccio immenso, mi ha fatto il più grande dei regali: la consapevolezza che un silenzio può contenere le nostre emozioni al pari di mille parole, ma quando ci assumiamo il rischio di esprimerlo, di condividerlo con un’altra persona, si può gioire di un’emozione che si radica nella nostra coscienza.
In questo stesso spazio riconosco Serse, con la sua timidezza silenziosa che lentamente prende voce per raccontarti di sé e lasciarti senza parole. Un sorriso che parte dagli occhi per imprimersi sulle labbra, in grado di farti sentire d’istinto che sei pronto a fidarti.
Andrea, che sono bastati meno di 7 secondi per trasformare una stretta di mano in un abbraccio e per sentire che l’ironia parte sempre dal profondo.
E poi c’è T.R.
Quest’uomo in bilico.
Che non lascia parlare nessuno ma è così attento da ricordarsi in un attimo i nomi di tutti, che entra in casa con la bici in spalla, sorride e mi abbraccia sollevando i miei piedi da terra. Quest’uomo che ha vissuto così tante vite da non sapere più riconoscere la sua.
E vaga.
Senza rendersi conto che è fortunato, perché ha avuto la possibilità di vivere tante vite e ora può scegliere la sua.
In questo momento, mentre fermo il passo in questa stella di piedi a 7 punte, ringrazio quei 7 secondi che hanno portato queste persone straordinarie sul mio cammino.
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