54.

8 gennaio 2012 - Navigli, Milano.








In questo momento, in questo punto, freno la bici, scendo e mi fermo.
I piedi in mezzo a questo avvertimento delineato sull’asfalto, baciato da un sole che imprime le ombre, mentre qualche auto mi sorpassa evitando d’investirmi, arresto il passo per ascoltare quello che sento.
Me ne sto immobile al centro di una sagoma che pedala a terra, in mezzo a una strada, come fossimo due che corrono, intralciando il traffico, da fermi.
E mentre tutto intorno a me continua ad avanzare, correre e pedalare, mi fermo a rincorrere il movimento dei miei pensieri.
E sento che non c’è più dolore dentro di me, non più.
Al suo posto riconosco soltanto questa voglia di abbracciare l’essenza di quello che sento, talmente intensa da non riuscire più a fermarmi.
Da questo punto in poi, scelgo di vivere nella consapevolezza che la vita non si limita a nascere, sopravvivere e morire.
C’è dell’altro, nello spazio tra noi, nel cuore di tutti noi.
Che può renderci felici e farci sentire davvero vivi.
Che spesso rimane lì, immobile e pietrificato.
Incapace di evolvere dal dolore che provochiamo a noi stessi, ogni volta che non lo riconosciamo, che ci limitiamo a incolpare gli altri per le nostre sofferenze, ogni volta che non ci ascoltiamo.
Rimaniamo lì, immobili e pietrificati, aspettando che qualcuno arrivi con la voglia di salvarci dalle nostre paure e ci confermi di valere qualcosa, di più, senza renderci conto che in questo modo diamo agli altri il potere della nostra felicità, e non meno del nostro dolore.
E se trovassimo in noi questo valore, per condividerlo con gli altri?
E se provassimo a concentrare l’attenzione sul bene delle altre persone?
A preoccuparci di rassicurarle, di non ferirle?
A fidarci.
A pensare che ogni individuo che sfiora i nostri passi non è una minaccia ma un’opportunità, per guardarci dentro senza difese.
In questo momento, in questo punto, mentre tutto intorno a me continua ad avanzare, correre e pedalare, mi fermo e scelgo di aprire il mio cuore.
Per me, per tutte le persone che riempiono di magia la mia vita e per tutte quelle che incontrerò in futuro sui miei passi e che avranno voglia di condividere le proprie emozioni.
E non importa se in quest’apertura può entrarci di tutto.
Quello che conta, ciò che è essenziale, è fare una scelta, un passo, affinché dal proprio cuore possa uscire soltanto l’amore che c’è.
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